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Questo volume, dopo un'approfondita ricognizione sulla storiografia della Grande guerra, mette in evidenza come l'Italia e gli Stati Uniti d'America, pur con le differenti storie e proporzioni, con l'affermarsi della crescente società di massa e guidati da due regimi liberali, siano accomunati da analoghi esiti postbellici. Le "sconfitte dei vincitori" avvengono, con un carattere diffusamente illiberale negli Stati Uniti e decisamente autoritario e dittatoriale nella penisola. Per l'Italia, con la "vittoria mutilata", emerge la debolezza dello Stato liberale e la gracilità della costruzione dell'assetto unitario nazionale. La crisi di regime è espressa dal perdurare dei conflitti politici, sociali e istituzionali postbellici fino allo sbocco nel ventennio fascista. Gli Stati Uniti d'America, dopo l'entrata in scena sul continente europeo e il rafforzamento del loro complesso militare-industriale, vedono fallire la new diplomacy wilsoniana. Ritornano a un nuovo isolazionismo che li porta a non aderire alla Società delle Nazioni e a non ratificare il Trattato di Versailles, aprendo così la strada alla crisi degli anni Venti.